326. L'efficacia pastorale della celebrazione aumenta se il testo delle letture, delle orazioni e dei canti corrispondono il meglio possibile alle necessità, alla preparazione spirituale e alle capacità dei partecipanti. Questo si ottiene usando convenientemente di una molteplice facoltà di scelta che sarà descritta più avanti. Nel preparare la messa il sacerdote tenga presente più il bene spirituale comune dell'assemblea che il proprio gusto. Si ricordi anche che la scelta di queste parti si deve fare insieme con i ministri e con le altre persone che svolgono qualche ufficio nella celebrazione, senza escludere i fedeli in ciò che li riguarda direttamente. Dal momento che è offerta un'ampia possibilità di scegliere le diverse parti della messa, è necessario che prima della celebrazione il diacono, il lettore, il salmista, il cantore, il commentatore, la schola, ognuno per la sua parte, sappiano bene quali testi aspettano a ciascuno, in modo che nulla si lasci all'improvvisazione. L'armonica disposizione ed esecuzione dei riti contribuisce moltissimo a disporre lo spirito dei fedeli per la partecipazione all'eucaristia.
I. La scelta della messa
327. Nelle solennità il sacerdote è tenuto a seguire il calendario della Chiesa in cui celebra.
328. Nelle
domeniche, nelle ferie di avvento, di natale, di quaresima e di pasqua, nelle
feste e nelle "memorie" obbligatorie:
a) se la messa si celebra
con il popolo, il sacerdote segua il calendario della Chiesa in cui si celebra;
b) se la messa si celebra senza il popolo, il sacerdote può scegliere
tra il calendario del luogo e il calendario proprio.
329. Nelle memorie facoltative:
a) Nelle ferie prenatalizie dal 17 al 24 dicembre, nei giorni tra l'ottava
di natale, nelle ferie di quaresima e nelle ferie della settimana santa
il sacerdote non dice se non la messa del giorno liturgico corrente,
escludendo qualsiasi memoria.
b) Nelle ferie di avvento prima
del 17 dicembre, nelle ferie del tempo natalizio e in quelle del tempo pasquale,
il sacerdote può scegliere o la messa della feria, o la messa del santo
o di uno dei santi di cui si fa la memoria, o la messa di un santo ricordato
in quel giorno nel martirologio.
c) Nelle ferie del tempo ordinario,
il sacerdote può scegliere o la messa della feria o la messa di un'eventuale
"memoria facoltativa", o la messa di qualche santo ricordato in quel
giorno nel martirologio, o una messa "per diverse circostanze" o una
messa votiva. Se celebra con partecipazione di popolo, il sacerdote si preoccupi
anzitutto del bene spirituale dei fedeli, evitando di imporre i propri gusti.
Soprattutto cerchi di non omettere troppo spesso e senza motivo sufficiente
le letture assegnate per i singoli giorni dal lezionario feriale: la Chiesa
desidera infatti che venga offerta ai fedeli una mensa sempre più abbondante
della parola di Dio (1). Per lo stesso motivo, non ricorra troppo spesso alle messe
dei defunti: tutte le messe sono offerte per i vivi e per i defunti. Là
dove le "memorie" facoltative della beata Vergine, o di un santo,
sono care alla pietà dei fedeli, sia celebrata almeno una messa in loro
onore per soddisfare alla legittima devozione dei fedeli. Quando poi c'è
possibilità di scelta tra una "memoria" iscritta nel calendario
comune ambrosiano e una "memoria" del calendario diocesano
o religioso, si dia la precedenza, a parità di importanza e secondo la
tradizione, alla "memoria" del calendario particolare.
II. La scelta delle parti della messa
330. Nello scegliere i testi delle diverse parti della messa, sia del tempo che dei santi, si osservino le norme seguenti:
Le letture
331. Alla domenica, nelle solennità e nelle feste, e anche nelle ferie di quaresima vi sono tre letture: il profeta, l'apostolo e il vangelo; la loro proclamazione educa il popolo cristiano al senso della continuità nell'opera di salvezza, secondo la mirabile pedagogia divina. Si raccomanda quindi molto che le letture siano tre. Tuttavia, per ragioni di ordine pastorale e nei casi più urgenti può essere consentito l'uso di due sole letture. Quando poi c'è da scegliere tra le due prime letture, si tengano presenti le norme proposte dal lezionario e l'intento di condurre i fedeli a una più profonda conoscenza delle Scritture; il criterio di scelta non sia mai solo quello del testo più breve o più facile.
332. Nel lezionario feriale sono proposte delle letture per ogni giorno della settimana, lungo tutto il corso dell'anno: pertanto proprio queste letture si dovranno abitualmente usare nei giorni a cui sono assegnate, a meno che non ricorra una solennità o una festa. Quando la lettura continua venisse interrotta durante la settimana da una festa o da qualche celebrazione speciale, il sacerdote, tenendo presente l'ordine delle letture di tutta la settimana, può aggiungere alle altre letture quella omessa o decidere quale testo preferire. Nelle messe per gruppi particolari, il sacerdote potrà scegliere le letture più adatte a quella particolare celebrazione, purché tratte dai testi del lezionario approvato.
333. Una scelta speciale di testi della sacra Scrittura è fatta per le messe nelle quali è inserita la celebrazione di sacramenti o di sacramentali, o che vengono celebrate in speciali circostanze. Questi lezionari sono stati composti in modo che i fedeli, attraverso l'ascolto di una lettura più adatta, comprendano meglio il mistero a cui prendono parte e aumentino il loro amore per la parola di Dio. Quindi i testi da leggersi nell'assemblea liturgica si devono scegliere in base a un'opportuna considerazione pastorale, e tenuta presente la libertà di scelta prevista per questi casi.
Le orazioni
334. Il grande numero di prefazi di cui è singolarmente ricco il messale ambrosiano, secondo la sua peculiare tradizione, mira a presentare sotto angolature diverse il tema dell'azione di grazie proprio della preghiera eucaristica e, a seconda della celebrazione, a porre maggiormente in luce i vari aspetti del mistero della salvezza.
335. La scelta tra le preghiere eucaristiche è regolata
dalle norme seguenti:
a) La preghiera eucaristica prima si può
sempre usare; il suo uso tuttavia è più indicato nei giorni ai
quali è assegnato un Communicantes proprio, o nelle messe con
l'Hanc igitur proprio, oltre che nelle feste degli apostoli e dei santi
di cui si fa menzione nella preghiera stessa; così pure nelle domeniche,
a meno che, per ragioni pastorali, non si preferisca un'altra preghiera eucaristica.
b) La preghiera eucaristica seconda, per le sue particolari caratteristiche,
è più indicata per i giorni feriali o in circostanze particolari.
Il prefazio proprio di questa prece può essere utilizzato solo quando
nella messa si dovrebbe usare il prefazio della domenica precedente, e cioè
nelle messe feriali del tempo ordinario, o nelle messe per le diverse necessità
prive di un prefazio proprio. Quando si celebra la messa per un defunto,
si può inserire la formula particolare proposta a suo luogo, cioè
prima del Memento etiam (Ricordati dei nostri fratelli).
c)
La preghiera eucaristica terza si può dire con qualsiasi prefazio. E'
preferibile usarla nelle domeniche e nei giorni festivi. In questa preghiera
si può usare la formula particolare per un defunto, inserendola a suo
luogo, cioè dopo le parole Omnes filios tuos ubique dispersos
(Ricongiungi a te, Padre misericordioso, tutti i tuoi figli ovunque dispersi).
d) La preghiera eucaristica quarta, che presenta la storia della salvezza,
ha un prefazio proprio che non si può mai sostituire con un altro.
Si può usare nelle domeniche del tempo ordinario, nelle messe rituali,
per diverse necessità, votive, e nelle messe dei santi che non hanno
un prefazio proprio. A motivo della sua struttura, non si può inserire
in questa preghiera una formula particolare per un defunto.
e) La preghiera
eucaristica quinta si deve usare nella messa vespertina del giovedì santo;
si può anche usare nelle messe che hanno come tema il mistero dell'eucaristia
e della passione, nelle ordinazioni o negli anniversari sacerdotali e nelle
riunioni sacerdotali. In questa preghiera eucaristica non si può inserire
la formula per il defunto.
f) La preghiera eucaristica sesta si deve usare nella
veglia pasquale; si può anche usare nelle messe "per i battezzati",
nelle domeniche e nelle ferie del tempo pasquale e nelle messe rituali dell'iniziazione
cristiana. In questa preghiera eucaristica non si può inserire la formula
per il defunto.
336. In ogni messa, salvo indicazioni al contrario, si dicono le orazioni e il prefazio propri di quella messa. Tuttavia nelle messe delle "memorie" si dice l'orazione all'inizio dell'assemblea liturgica propria o quella del comune; le orazioni a conclusione della liturgia della parola, sui doni e dopo la comunione, nonché il prefazio, se non sono propri, si possono scegliere dal comune o dalle ferie del tempo corrente. Nelle ferie del tempo ordinario, oltre al formulario della domenica precedente, si può usare il formulario di un'altra domenica del tempo ordinario, tranne quelli delle prime tre settimane del tempo ordinario che, per gli espliciti riferimenti alle trascorse feste natalizie, sono da riservarsi al periodo immediatamente successivo alle feste natalizie stesse. Nelle ferie del tempo ordinario si possono usare anche i formulari "per le diverse necessità" che si trovano nel messale. Di queste messe si può comunque scegliere anche la sola orazione all'inizio dell'assemblea liturgica. In tal modo viene proposto un maggior numero di testi, che non solo permettono di rinnovare di continuo i temi della preghiera dell'assemblea liturgica, ma anche di adattare la stessa preghiera alle necessità dei fedeli, della Chiesa e del mondo. Nei tempi più importanti dell'anno, questo adattamento già avviene mediante i formulari propri del tempo, che si trovano per ogni giorno nel messale.
I canti
337. Nello scegliere i canti fra le letture, e i canti all'ingresso, dopo il vangelo, di offertorio, allo spezzare del pane e alla comunione, si osservino le norme stabilite nel capitolo che ne tratta.
Facoltà particolari
338. Gli adattamenti
per le letture indicati dalla Conferenza Episcopale Italiana possono essere
usati anche dai sacerdoti di rito ambrosiano, a condizione che si rispetti la
legge delle tre letture nelle domeniche, nelle solennità e nelle feste
(cfr. n. 331).
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